Le articolazioni
del gatto
Il gatto domestico è una piccola specie di mammifero, carnivoro e cacciatore, che si affianca all’uomo sin dall’antichità, basti pensare che il loro processo di addomesticamento risale a circa 9500 anni orsono. Nonostante il processo di addomesticamento abbia origini tanto antiche, il gatto conserva tutt’oggi alcune caratteristiche anatomiche peculiari, retaggio dell’origine di formidabile piccolo predatore.
Se da un punto di vista classificativo e strutturale, le articolazioni del gatto sono molto simili a quelle del cane, la prima cosa da tenere presente quando ci si approccia all’anatomia di questi piccoli felini è che il gatto non è un “piccolo cane”, bensì un animale totalmente differente con caratteristiche strutturali ed esigenze proprie. Nello specifico i gatti sono animali di taglia piccola, con un peso medio che varia tra i 2,5 ed i 7 Kg, fatta eccezione per alcune razze nordiche che arrivano a raggiungere taglie particolarmente grandi.
Le zampe si presentano snelle ma allo stesso tempo dotate di una muscolatura ben sviluppata e possente, che conferisce loro velocità e agilità, che li rende sia formidabili sprinter che saltatori eccezionali. Questo aspetto è molto importante perché permette ai nostri piccoli felini di ammortizzare meglio i carichi, ridistribuendoli sulle quattro zampe. Inoltre, una caratteristica anatomica peculiare dei gatti è rappresentata dall’articolazione della spalla, estremamente mobile, in quanto la clavicola è molto piccola ed inclusa nello spessore del muscolo pettorale, conferendo a questa articolazione una flessibilità estrema, che ne amplia moltissimo la possibilità di movimento.
Infine, ultima significativa differenza anatomica del gatto è rappresentata da una particolare conformazione della colonna vertebrale, caratterizzata da vertebre del collo corte e vertebre toraciche e lombari altamente mobili, in grado di conferire loro una elevata flessibilità che permette al gatto di effettuare alcuni dei movimenti tipici di questa specie, come acciambellarsi e girarsi anche di 180 gradi a mezz’aria.
Ma come è fatta
un’articolazione mobile?
Le articolazioni mobili sono dei sistemi complessi costituiti da due capi articolari, separati da una
cavità, ma tenuti insieme da una serie di strutture che andremo pian piano a scoprire.
Affinché la
normale mobilità sia mantenuta è necessario che l’articolazione sia in salute, e che tutte le strutture che ne fanno parte cooperino come gli elementi di un’orchestra a suonare una sinfonia.
La CARTILAGINE ARTICOLARE costituisce uno strato di rivestimento che ricopre i capi articolari. La cartilagine agisce come una sorta di cuscinetto, compressibile e deformabile, la cui funzione è quella di assorbire il carico che riceve, ammortizzando le forze, ridistribuendo omogeneamente i pesi, permettendo ai capi articolari di scorrere tra loro senza attrito, consentendo il completo movimento.
La CAPSULA ARTICOLARE è una sorta di membrana fibrosa che circoscrive perifericamente l’articolazione, racchiudendo le estremità ossee.
La MEMBRANA SINOVIALE tappezza internamente la capsula articolare, delimitando lo spazio articolare. Essa è innervata e ricca di vasi sanguigni e linfatici, ed è deputata alla produzione ed al riassorbimento del LIQUIDO SINOVIALE.
Quest’ultimo è un liquido vischioso che riempie lo spazio articolare, oltre a nutrire e lubrificare l’articolazione, ha una funzione ammortizzante e facilita lo scorrimento dei capi articolari. A completare la struttura articolare partecipano, infine, i cosiddetti tessuti molli di sostegno costituiti da MUSCOLI, TENDINI E LEGAMENTI che svolgono una funzione fondamentale sia per garantire la stabilità articolare, che per permettere il normale movimento, evitando al contempo movimenti “pericolosi”.